Microsoft, in un suo recente annuncio, ha fatto sapere che la sua piattaforma destinata allo smart working Microsoft Teams ha raggiunto quota 44 milioni di utenti.
Proprio per tale motivo Microsoft ha annunciato che porterà a breve nuove funzionalità nel software, sia per migliorare l’esperienza d’uso del consumatore sia per inserire funzioni che possiamo definire “extra lavorative”, ovvero progettate per mantenere i contatti con famiglia e amici.
Le nuove funzioni arriveranno dapprima nell’attuale client per windows di Microsoft Teams, per poi vederle approdare nei mesi successivi (in anteprima) su smartphone Android e iOS. Tra queste nuove funzioni, alcune permetteranno di rimanere maggiormente in contatto con famiglia ed amici grazie ad un sistema avanzato di condivisione. La piattaforma permetterà agli utenti di poter condividere eventi, luoghi e file, successivamente accessibili da una dashboard che ci mostrerà la panoramica eventi.
Non finiscono qui le novità, infatti potremo anche creare delle chat di gruppo, dove non solo potremo inviare messaggi e mandare foto e video, ma effettuare anche videochiamate di gruppo. Insomma, quello che sta cercando di fare il colosso di Redmond è rendere Microsoft Teams lo strumento definitivo per il lavoro e anche per la vita quotidiana.
E' recente la notizia che diversi Tribunali utilizzeranno Microsoft TEAMS per le udienze
Il decreto “Cura Italia” emesso dal governo ha posticipato al 15 aprile il rinvio d’ufficio delle udienze non urgenti e la sospensione di tutti i termini, ma già il precedente decreto legge dell’8 marzo forniva le prime indicazioni per attrezzarsi all’udienza online. Il testo indica espressamente l’utilizzo dei programmi Skype Business e Teams di Microsoft e autorizza i collegamenti sia su dispositivi dell’ufficio che su quelli personali, ma con infrastrutture e aree di data center riservate in via esclusiva al Ministero della Giustizia.
In molti uffici – in particolare nei grandi tribunali di Milano, Roma e Napoli – il processo via Skipe sta diventando possibile grazie alla sottoscrizione di protocolli tra avvocati, magistrati e forze dell’ordine che hanno permesso di individuare strutture, allestire aule e omologare i sistemi di videoconferenza.
Anche il tribunale di Napoli ha siglato un protocollo di intesa con Procura, Ordine forense e Camera penale e il processo a distanza inizierà a funzionare lunedì 23 marzo.
In un allegato del protocollo, gli avvocati hanno sottolineato che il processo a distanza “determini il grave pericolo di compromissione dei diritti costituzionali e in particolare del diritto di difesa”. Tuttavia, preso atto della “drammatica eccezionalità delle condizioni sanitarie determinate dalla pandemia” le toghe hanno convenuto sulla necessità di “prevede modalità di celebrazione delle udienze con detenuti, arrestati o in stato di custodia cautelare, mediante videoconferenza con i collegamenti con remoto”. A patto che si tratti di soluzioni “di natura eccezionale e rigorosamente temporanea per il periodo di vigenza della legislazione di emergenza”.
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Lo svolgimento delle udienze in videocollegamento avviene su Microsoft Teams e la persona arrestata/fermata/interrogata, se detenuta, è presente in videocollegamento dal carcere.
Il difensore partecipa all’udienza da remoto, mediante collegamento dallo studio legale, salvo che decida di partecipare fisicamente in Tribunale o dal carcere. Il pm, invece, partecipa mediante collegamento dall’ufficio della Procura.
L’ufficio del Gip deve avvertire le parti anche telefonicamente dell modalità di collegamento e di orario. Gli atti giudiziari sono trasmessi al difesore via mail e condivisi nella “stanza virtuale” della videoconferenza.
Il giorno dell’udienza il cancelliere avvia l’udienza telematica e invita le parti; il difensore dichiara a verbale di collegarsi da sito riservato senza la presenza di terzi non legittimati e di aderire al protocollo, rinunciando a ogni eccezione relativa alle modalità di partecipazione all’udienza.
Prima di procedere all’udienza, il Gip condivide gli atti per consentire la visione al difensore; difensore e pm possono trasmettere ogni documentazione rilevante attraverso posta elettronica.
Il difensore può avere in qualsiasi momento colloqui personali con l’assistito, assicurati mediante linea telefonica riservata.
Per le udienze di celebrazione del giudizio direttissimo, il difensore indica alla pg l’indirizzo di posta elettronica al quale venire contattato per i collegamento e dove vengono trasmessi gli atti. Sono garantiti prima, durante e immediatamente dopo l’udienza i colloqui difensivi con collegamento telefonico o telematico riservato.
La pg procede a conferire gli atti in formato pdf sul portale riservato e la segreteria del pm forma il fascicolo digitale, che poi viene trasmesso al difensore, alla cancelleria e al pm designato.
Il giudice stabilisce il collegamento con i partecipanti all’udienza, accerta la regolare costituzione delle parti e dà atto che si procede con la partecipazione a distanza “per ragioni di sicurezza”.
Nel corso dell’udienza, le parti possono scambiarsi atti, produrre documenti e avanzare istanze mediante la chat attiva nella “stanza virtuale” della videoconferenza o con posta elettronica.
Sono state inoltre individuate 4 caserme e un locale all’interno della sede della questura in via Medina, attrezzate per il collegamento da remoto dove l’arrestato sarà condotto oppure potrà recarsi senza scorta in caso di domiciliari.
Fino al prossimo 30 giugno saranno raccolti in videoconferenza gli interrogatori di persone detenute e i verbali dei collaboratori di giustizia.